A fine ottobre ho partecipato a C’è + Gusto a Bologna per il talk di apertura dell’evento “Costruire e gestire il rapporto cibo turismo territorio: la sfida di Bologna; la crescita del Piemonte, il caso Riomaggiore” assieme a Matteo Lepore, sindaco di Bologna; Daniele Ara, assessore all’Agricoltura, Agroalimentare ed Educazione ambientale del Comune di Bologna; Andrea Segrè, professore di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna; Fabio Carosso, vicedirettore della Regione Piemonte; Marco Pedroni, presidente ANCC-COOP (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori); Sara Roversi, fondatrice e presidente del Future Food Institute.
Iperturismo: da Venezia alle Cinque Terre alle Langhe cosa vuol dire e perché spaventa l’Italia – di lorenzo Cresci – clicca qui
È stato emozionante poter parlare di Overtourism o iperturismo, condividendo l’idea che “cultura” e “consapevolezza” sono le chiavi per evitare lo stravolgimento del territorio e vivere le bellezze della nostra terra. Ma soprattutto abbiamo sottolineato quanto turismo, agricoltura, scelte alimentari, tutela dell’ambiente non sono solo facce della stessa medaglia, ma fattori di crescita interdipendenti. Ed è per questo che ho parlato di viticoltura, di quei vigneti che qui sulle nostre colline coprivano oltre mille ettari e che sono progressivamente diminuiti fino quasi a sparire…
Sono partita dal presupposto che l’agricoltura rappresenta l’elemento fondamentale per la salvaguardia del patrimonio e dell’identità stessa delle Cinque Terre, ritenendo fondamentale sviluppare un nuovo percorso di investimenti e azioni – finanziate anche dalle risorse che porta il turismo – che ci accompagni a disegnare un nuovo modo di fare agricoltura, un’attività che pur richiedendo risorse importanti e un equilibrio costante con una natura complessa in un territorio difficile, possa conservare e tramandare i paesaggi, i prodotti eccellenti e le tradizioni millenarie di Riomaggiore.