Un nuovo modello di sostenibilità

È stato un anno indimenticabile quello appena trascorso!

In particolare, la riapertura dei primi 160 metri della Via dell’Amore, dopo 12 anni di intensi e puntuali lavori, ha un significato importante: non solo le comunità di Riomaggiore e Manarola cominciano ad intravedere la restituzione completa di questo importante via di connessione, prevista la prossima estate, ma è stata l’occasione per sperimentare – con grande successo –  una fruizione turistica diversa di questa strada così famosa.

L’introduzione di un sistema di prenotazione, l’accesso controllato dei turisti accompagnati da guide specializzate che raccontano la storia e le tradizioni della Via dell’Amore hanno permesso, agli oltre 12.000 visitatori, di immergersi nell’incredibile panorama offerto, assaporando la magia del luogo in modo tranquillo e riflessivo, vivendo appieno l’atmosfera delle Cinque Terre, non solo come un affascinante paesaggio da cartolina ma come un ecosistema unico, plasmato dalla comunità che vi risiede con le sue tradizioni, l’agricoltura e la viticoltura.

Supportati dalle guide, le persone che hanno goduto di questa esperienza, si sono calate nella storia e nell’atmosfera delle Cinque Terre che non è solo un incantevole paesaggio da cartolina, ma il risultato di un ecosistema unico grazie alla collettività che qui risiede: con le proprie tradizioni, l’agricoltura e la viticoltura, ambasciatrice di un particolare modo d’essere e orgogliosa sostenitrice di strategie che, in centinaia di anni, ha adottato per adattarsi a vivere in un territorio così complesso e delicato.

Con l’apertura completa del tratto, l’intenzione della Amministrazione è quella di superare l’attuale classificazione e trasformare la Via dell’Amore in un museo, visitabile su prenotazione con guide abilitate e di creare un percorso che deve diventare una vera e propria esperienza di approfondimento storico e culturale, di condivisione della identità e di conoscenza dei valori che ci caratterizzano e che caratterizzano Riomaggiore e Manarola.

L’obiettivo è estendere a tutte le Cinque Terre un modello sostenibile di governance dei flussi turistici per garantire la fruibilità di questi luoghi sia ai turisti sia a chi vi abita “adottando un sistema di prenotazione in grado di distribuire le persone nello spazio e nel tempo, dando priorità a chi risiede o alloggia nei borghi rispetto a quello di passaggio e al turismo di approfondimento rispetto a quello del selfie.
Questo Modello Cinque Terre andrebbe realizzato in maniera condivisa e partecipata con Il Parco Nazionale delle Cinque Terre, in coordinamento con le istituzioni, gli enti e le associazioni competenti, e potrebbe essere replicabile in tutte quelle zone in Italia che attirano decine di migliaia di visitatori su territori fragili, per scongiurare la progressiva diminuzione dei residenti, la conseguente perdita di identità storica e il declino della destinazione turistica.

E’ per questa ragione che vorrei condividere di nuovo con voi la mia personale visione di un turismo rinnovato, basato sulla programmazione e sulla collaborazione, sostenibile e consapevole. Questo approccio intende valorizzare la storia, la cultura e le peculiarità del territorio, promuovendo esperienze autentiche, allungando la durata media del soggiorno e mettendo al centro i prodotti locali attraverso percorsi dedicati.

Lo ribadisco, il turismo dovrebbe essere un motore di crescita economica e sociale, rispettando l’ambiente, l’agricoltura, gli spazi e le comunità. Sono sempre più convinta che trovare una sinergia tra turismo e comunità locali possa creare un legame più profondo e rispettoso della bellezza e la fragilità di questo angolo di paradiso italiano.