La centralità della medicina territoriale e preventiva

Verso una sanità pubblica
In questi mesi difficili abbiamo vissuto sulla nostra pelle le criticità del nostro sistema sanitario.
Isolati e lasciati completamente soli da una Regione che non solo non ha investito, ma che ha scelto la privatizzazione progressiva, difendendo un’impostazione che si è dimostrata palesemente inadeguata a rispondere alle esigenze delle persone e ad affrontare l’emergenza sanitaria.

Come Amministratore e come persona che usufruisce e ha bisogno del servizio sanitario, ho compreso sempre di più l’importanza di una sanità pubblica a misura di malato e di territorio.

Per questo credo che si debba ripartire da una riorganizzazione della medicina di territorio, rinforzando le forme associative, le tecnologie a supporto, con riqualificazione del personale, aumento dei posti di rianimazione e terapia sub intensiva, e una riforma delle Rsa.

Dobbiamo pensare ad un riassetto dei servizi sociali che dovranno affrontare una nuova ondata di disagio generata anche dagli effetti economici del Covid.

Dobbiamo dare centralità alle esigenze del malato, riaprendo le prenotazioni per le visite, ancora bloccate, e favorire  l’interazione tra cure ospedaliere e cure territoriali.

L’obiettivo è evitare il più possibile il ricovero del paziente in ospedale o la collocazione in una struttura residenziale, favorendo una presa in carico integrata attraverso prestazioni fornite da diversi professionisti (medici, operatori socio-sanitari, psicologi, fisioterapisti…).

Il rafforzamento della medicina del territorio passa da: rafforzamento della telemedicina e della diagnostica domiciliare, degli infermieri di comunità, delle forme associate di medici di famiglia e pediatri che devono poter svolgere anche attività diagnostiche.

Organizzare il territorio con infermiere e professionista sanitario “di quartiere” o di valle (fisioterapista, dietista, tecnico di radiologia con strumenti trasportabili, ecc), con il medico di medicina generale come riferimento.

Dobbiamo incentivare la medicina preventiva e la riapertura dei consultori, punti di riferimento per garantire un supporto di valore.

Sanità è anche lavoro.

Cogliamo l’occasione di incrementare il numero di assunzioni, stabilizzando il personale medico, infermieristico e di assistenza sanitaria utilizzato durante l’emergenza e aumento del numero di borse di studio per specializzandi per far fronte alla carenza di medici specialisti.

  • SANITA’ PUBBLICA
  • MEDICINA TERRITORIALE E ASSISTENZA A DOMICILIO
  • SERVIZI SOCIALI VICINI ALLE PERSONE IN DIFFICOLTA’
  • ASSUNZIONE DI OPERATORI SANITARI
  • POTENZIAMENTO DELLA PREVENZIONE E DIAGNOSI