Stati Generali del Parco Nazionale delle Cinque Terre

Stati Generali del Parco Nazionale delle Cinque Terre: serve una strategia nazionale in grado di tutelare il territorio e i suoi abitanti

Parliamo di turismo sostenibile da tempo (troppo) e credo sia arrivato il momento di declinare in modo preciso gli obiettivi da raggiungere e le scelte da attuare per passare dalle parole ai fatti.

E’ giusto attivare un tavolo di confronto tra le Istituzioni, ma la regia deve essere nazionale. Su questo punto mi sono battuta fin dal primo momento della mia elezione: le Cinque Terre rappresentano un tema strategico a livello nazionale e, come tale, il Ministero dell’Ambiente, dal quale dipende il Parco, e il Ministero dei beni culturali (sito Unesco) devono coordinare e partecipare ai lavori.

http://genova.repubblica.it/cronaca/2018/04/30/news/cinque_terre_toti_punta_sui_battelli_per_l_invasione_dei_turisti-195196083/

Entrando poi nel merito dei tavoli che sono stati proposti da Regione Liguria, negli stati generali del Parco nazionale (in assenza del Ministero dell’Ambiente), vedo rischi molto elevati se la strategia sarà solo quella di potenziare traghetti e treni per gestire i flussi, spostando solo in modo più veloce le persone da un posto all’altro. Non è possibile ospitare più gente di quella che già attualmente arriva, servono una programmazione seria, studi puntuali, e una gestione dei grandi gruppi con prenotazione. Servono interventi infrastrutturali veri sulle stazioni e sui moli, ma allo scopo di renderli sicuri e fruibili.

Il Cinque Terre express è servito per alleggerire il problema del sovraffollamento nelle stazioni, ma non incentiva certo il turismo di qualità: sposta solo più persone in meno tempo. Sarebbe quindi un errore replicare lo stesso modello sul mare in un’area marina protetta(!), perchè il nostro obiettivo è un altro: turismo di qualità trattato con rispetto, in borghi a misura di abitante.

Certo il sistema dei 4€ a tratta a carico del turista è economicamente molto conveniente, ma i profitti di questa operazione devono ricadere sul territorio e devono essere condivisi in modo trasparente con investimenti programmati. Le Cinque Terre non devono servire solo a finanziare il trasporto.

Il contingentamento dei bus attivato su Manarola va proprio nella direzione di distribuire il flusso dei gruppi turistici nell’arco della giornata, per consentire una migliore vivibilità del territorio, oltre ad offrire un servizio alternativo su Riomaggiore. Personalmente ho condiviso questa iniziativa con tutti i Sindaci del Parco e ho più volte proposto la condivisione della piattaforma utilizzata dal Comune di Riomaggiore. Non si tratta di un’iniziativa “personalistica”, ma dell’attuazione di una precisa strategia di controllo del territorio di cui sono la prima responsabile.

La qualità dell’offerta passa dalla possibilità data al turista di integrarsi davvero con il territorio, di viverlo e comprenderlo in profondità. Invece di velocizzare il flusso dobbiamo rallentarlo. Investire su musei, su strutture dove poter raccontare la storia e la cultura delle nostre comunità o incentivare iniziative volte al recupero del territorio come bene ha fatto la Fondazione Manarola. Valorizzare il ruolo strategico del Parco nella tutela del territorio e della sentieristica (orizzontale e verticale), con un supporto costante ai contadini e alle aziende agricole locali che rappresentano la risorsa più importante per il mantenimento della nostra terra.

I sentieri chiusi tra Riomaggiore e Coriglia (via dell’amore e Manarola-Corniglia) creano una situazione di ulteriore criticità per Manarola, per questo è importante arrivare in tempi rapidi alla riapertura di quei tratti.

Ma il tema della sicurezza e della gestione dei flussi non possono essere affrontati senza analisi puntuali che indichino il numero massimo di persone sostenibile per ogni borgo. Sulla base di questi dati dovremo organizzare tutto il resto.

La tutela del “brand Cinque Terre” non passa certo dalla personalizzazione de i treni con il marchio Cinque Terre, ma da iniziative che possano portare alla luce quello che va oltre il bel paesaggio e le case colorate.

Dobbiamo assolutamente impedire di essere trasformati in un parco giochi o in un’esposizione permanente, dove qualcuno possa dire dove mangiare, dove andare in bagno, cosa guardare in pochi minuti…non siamo solo fiori da esposizione, noi siamo una comunità viva, un Parco nazionale, un patrimonio mondiale dell’umanità.

Il modello da traguardare deve tener conto della identità territoriale e del preoccupante calo demografico dei paesi che mette a rischio la permanenza dei servizi primari. Ogni anno lottiamo per mantenere aperte le scuole e incentivare l’apertura dei pubblici esercizi durante il periodo invernale.

Siamo stati convocati a Roma per il 14 maggio p.v., nell’ambito del Piano strategico per il Turismo del Mibact, per un confronto sull’applicazione delle metodologie e dei processi della Carta Europea per il Turismo Sostenibile, adottata dal Parco nazionale come strumento efficace per consolidare la propria strategia di turismo.

Le Cinque Terre sono un patrimonio fragile, di tutti, e con l’aiuto di tutti dobbiamo preservarlo. Un territorio vive se è viva la sua comunità, ed il primo patrimonio è l’uomo che con la sua presenza, attiva, ne garantisce il mantenimento.

Su questo tavolo e con questi presupposti dobbiamo continuare il confronto, evitando forzature e linee di indirizzo non condivise a livello locale.

  

 

 

  

 

http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Politica/-Per-le-Cinque-Terre-serve-strategia-nazionale-259036.aspx

 

http://www.cittadellaspezia.com/Cinque-Terre-Val-di-Vara/Politica/Berrino-contro-Pecunia-Stop-a-visione-privatistica-delle-Cinque-Terre-259158.aspx