Stati generali del Parco: dalla parte degli abitanti

Stati Generali del Parco Nazionale delle Cinque Terre del 30/09/2021

Serve una strategia nazionale in grado di tutelare il territorio e i suoi abitanti

 

L’emergenza sanitaria ha bloccato per un anno un incremento turistico che sembrava inarrestabile e ci ha offerto l’occasione di ripartire definendo nuove regole e modalità.

Oggi siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Serve un’azione politica forte, trasversale, capace di portare a cambiamenti strutturali, sia della normativa esistente, sia degli obiettivi del Parco Nazionale, il quale deve avere come principale focus quello del sostegno all’agricoltura e al territorio.

La nostra identità culturale e tutto il sistema turistico sono destinati ad essere dispersi se non trasformiamo in azioni concrete la consapevolezza dell’importanza del recupero del territorio, della qualità dei servizi, dell’immagine sbagliata del turismo da selfie che purtroppo ci caratterizza da anni.

Parliamo di turismo sostenibile da tempo (troppo) e credo sia arrivato il momento di declinare in modo preciso gli obiettivi da raggiungere e le scelte da attuare per passare dalle parole ai fatti.

E’ giusto attivare un tavolo di confronto tra le Istituzioni, alla presenza del territorio, con una regia nazionale.

Su questo punto mi sono battuta fin dal primo momento della mia elezione: le Cinque Terre rappresentano un tema strategico a livello nazionale e, come tale, il Ministero dell’Ambiente, dal quale dipende il Parco, il Ministero dei beni culturali (sito Unesco), del turismo, delle infrastrutture e dell’agricoltura devono coordinare e partecipare ai lavori.

Il territorio deve partecipare ai lavori.

Entrando poi nel merito dei tavoli che sono stati proposti, la strategia da seguire non dovrà essere quella di potenziare traghetti e treni per gestire i flussi, spostando solo in modo più veloce le persone da un posto all’altro. Non è possibile ospitare più gente di quella che già attualmente arriva, servono una programmazione seria, studi puntuali, e una gestione dei grandi gruppi attraverso la prenotazione. Servono interventi infrastrutturali sulle stazioni e sui moli, manutenzione delle strade, allo scopo di renderli sicuri e fruibili.

Il nostro è un Parco antropico e questo deve essere tenuto in considerazione in ogni nostra scelta e anche dalla normativa che regolamenta i Parchi nazionali.

Porteremo questi punti all’attenzione del Governo, affinché si possa fare una azione congiunta capace di dare riposte concrete e cogliere l’importanza del momento storico che stiamo vivendo:

  • modifica immediata alla legge 394:
    • che tenga in considerazione e difenda la presenza dell’uomo nei Parchi come principale attore della loro tutela; (cinghiali, recinzioni, burocrazia); “La vendemmia non si decide più a seconda della maturazione dell’uva, ma sulla base della paura di perdere il raccolto a causa dei cinghiali e dei caprioli”. Questo dicono gli agricoltori, sempre più soffocati dalla burocrazia e da procedure lontane dalla realtà e dalle loro esigenze.
    • trasformazione dell’imposta di soggiorno in tassa di ingresso (o di sbarco);
  • finanziamenti strutturali per i muri a secco, le monorotaie e lo star up di nuove aziende agricole;
  • superare i limiti del diritto di reimpianto per ampliare la possibilità di crescita delle aziende esistenti;
  • una politica complessiva di sviluppo dell’outdoor, con il recupero dei sentieri e degli insediamenti storici.
  • Revisione della cinque terre card in modo che le risorse sia distribuite in modo equo e ci siano più servizi inclusi e incentivi a favore del turista residente rispetto a quello di passaggio;

Il “fattore tempo” è determinante: È arrivato il momento di assumerci delle responsabilità collettive su tanti temi ancora aperti e accelerare sulle scelte, perché è importante essere veloci nel fare le cose, percepirle e farle proprie.

  • dobbiamo abbandonare il termine quantità e puntare tutto sulla “qualità”, in tutte le scelte: servizi, territorio, agricoltura.
  • impostazione di politiche di accoglienza sempre più inclusive, per migliorare le sinergie tra gli operatori e i territori.
  • Programmazione dei flussi turistici iniziando dalla gestione dei gruppi.

Attraverso il Piano del Parco e il Pui (Piano urbanistico intercomunale), strumenti di pianificazione territoriale, sarà possibile disegnare il futuro delle Cinque Terre, basandoci su questi presupposti, ma serve una regia complessiva forte che vada in questa direzione.

Non facciamo l’interesse nemmeno dell’economia complessiva se non prendiamo in mano il governo del territorio e del turismo perché con questi trend si andrà inevitabilmente a distruggere la destinazione turistica delle cinque terre e saremo tutti colpevoli.

Dobbiamo lavorare, in sinergia con le altre Istituzioni locali, regionali e nazionali, ad un patto storico che miri a fare del nostro territorio un modello virtuoso capace di trasformare le debolezze in opportunità, mettendo in sinergia l’economia turistica con la valorizzazione culturale e il recupero delle terre incolte a fini agricoli.

Le Cinque Terre sono un patrimonio fragile, di tutti, aiutateci a preservarlo.

Un territorio vive se è viva la sua comunità, ed il primo patrimonio è l’uomo che con la sua presenza, attiva, ne garantisce il mantenimento.

Su questo tavolo dobbiamo continuare il confronto, evitando forzature e linee di indirizzo non condivise a livello locale.