Caos treni: ferrovie ancora zona franca

Riomaggiore 19 agosto 2021,

In questi cinque anni del mio mandato mi sono battuta senza sosta, esponendomi anche ad un contenzioso a livello personale contro Trenitalia, per pretendere una governance turistica indispensabile alla gestione del flusso di persone in arrivo alle Cinque Terre.

Ho chiesto più volte l’intervento di Regione Liguria, del Ministero dell’ambiente e del Mibact, evidenziando l’importanza di un ruolo strategico del Parco nazionale.

I Tavoli di confronto ministeriali istituiti sono stati bloccati da pressioni politiche di chi guardava (e guarda) il turismo solo attraverso i numeri.

Il covid ha fermato per una stagione un incremento del flusso in arrivo che sembrava inarrestabile.

Oggi si continua a subire la strategia politica (di mera speculazione) di Regione Liguria sulle Cinque Terre e si prende atto della totale assenza ai tavoli di confronto di Trenitalia, se non per fare dichiarazioni di comodo che confermano la volontà di non intervenire.

In piena pandemia prendiamo atto che la gestione del traffico ferroviario rappresenta ancora una sorta di “zona franca” impossibile da gestire.

A fine luglio avevo chiesto la convocazione del tavolo sicurezza alla Prefetto, nel corso del quale era emersa la necessità di incrementare i controlli in fase di partenza dalle stazioni di Spezia e Levanto, sui binari e all’interno delle vetture, proprio per garantire il rispetto delle distanze indispensabili per evitare i contagi.

Lunedì 23 agosto ci sarà un nuovo incontro, ma alla luce delle dichiarazioni già rilasciate nutro poche speranze.

I Sindaci sono ancora una volta lasciati soli e Regione non intende, colpevolmente, imporre a Trenitalia investimenti in termini di programmazione e risorse umane per gestire questo nuovo assalto.

I Comuni, oltre a non avere competenza nelle stazioni, non hanno una struttura adeguata per garantire controlli, pochi Vigili in servizio e poche risorse dall’imposta di soggiorno.

Ma anche questo sembra non interessare a chi vede nel nostro territorio solo una fonte di speculazione.

Auspico che il tavolo di confronto promesso in sede di Consiglio direttivo del Parco venga attivato velocemente, perché è arrivato il momento di pretendere azioni concrete che non sono attuabili dalle singole amministrazioni.